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1° Agosto 2015 Numero 32 Anno II

 

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Walter Passerini - La Stampa - 28 luglio 2015

“Lo sciopero nobile per eccellenza è lo sciopero generale, mitico strumento politico, una spallata per far cadere i governi. Viene poi lo sciopero a oltranza, proclamato a tempo indeterminato: famosi quelli dei minatori inglesi. Della famiglia degli scioperi articolati (o disarticolati) fanno parte gli scioperi a scacchiera (reparto per reparto), dalle conseguenze micidiali nelle catene di montaggio, mentre il più temuto è il gatto selvaggio: uno sciopero improvviso, non annunciato, deciso da delegati sindacali spesso a colpi di fischietto.

Effetti devastanti […] derivano dallo sciopero bianco, che consiste nell’applicazione letterale di regolamenti e contratti, che riesce a mandare in tilt qualunque organizzazione del lavoro, tanto per ribadire quanto contino burocrazie e burocrati.
Lo sciopero alla rovescia fu inventato da Danilo Dolci il 2 febbraio 1956: «Credo che uno sciopero debba essere sempre, oltre che scienza, un’opera d’arte, un’invenzione», disse e se gli operai potevano scioperare in azienda i disoccupati, i senza lavoro, a rovescio potevano ricostruire le strade dei loro comuni.
Con lo sciopero virtuale entriamo nel web, nel digitale: il più noto è del 2007 quando migliaia di dipendenti Ibm presidiarono le isole su Second Life per diverse ore, dando vita al Sindacato 2.0, un movimento basato sull’uso partecipato delle tecnologie di comunicazione a fini sindacali.
Ad arricchire la lunga fenomenologia delle astensioni sono gli scioperi a singhiozzo (interruzioni brevi del lavoro, anche per pochi minuti all’ora), mentre a innovare manifestazioni e proteste di piazza, reali e virtuali, oltre all’ossessivo camminare in cerchio degli Stati Uniti (dove è proibito lo sciopero generale e vietati assembramenti e blocchi del traffico), sono nati i flash mob (eventi rapidi e spiazzanti, con azioni non convenzionali) il cacerolazo (cortei rumorosi spesso femminili con casseruole, padelle e mestoli che provocano clamore) e il tweet bombing, un vero e proprio bombardamento di migliaia di tweet sull’account di un presunto colpevole. Lo sciopero non è innocuo ed ha un prezzo (perdita di stipendio), ma non può arrecare troppi danni alla collettività; altrimenti rischia il boomerang: dare vita agli scioperi di utenti, consumatori e cittadini contro troppi scioperi e i disservizi.”