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1° Agosto 2015 Numero 32 Anno II

 

il benessere di ogni lavoratore

I lavoratori italiani vittime del mobbing sono circa un milione e mezzo, con una maggiore incidenza al Nord, tra le donne e nella pubblica amministrazione.
I dati forniti dall’Ispesl lo scorso anno restituiscono la fotografia di un’Italia vittima di violenza psicologica nei posti di lavoro, una violenza che arriva a colpire un lavoratore ogni venti, un fenomeno in crescita che accomuna impiegati e operai.

Con il termine mobbing si è soliti definire una serie di comportamenti vessatori nei confronti di un lavoratore e si stima che subire qualsiasi forma di molestia rappresenti comunque un costo elevato per la produttività delle aziende: un lavoratore mobbizzato produce circa il 70% in meno rispetto alla media.
Quali azioni si possono quindi prevedere a tutela dei lavoratori? La Uil e l’Ital, in un recente convegno, hanno spiegato come sotto il profilo giuridico non esista una norma specifica sul mobbing e che la tutela dei lavoratori sia invece affidata a numerose leggi e sentenze che non lasciano molto respiro.
Sebbene le patologie riconducibili al mobbing avvengano in ambito lavorativo, la Sentenza del Consiglio di Stato del 2009 ha di fatto cancellato la Circolare Inail che ne prevedeva la tutela assicurativa, costringendo oggi i lavoratori ad attivare esclusivamente la via giudiziaria per vedere riconosciuta l’origine professionale di queste patologie.
Risulta quindi essenziale intervenire prontamente e lavorare per una corretta ‘costruzione della tutela’ del lavoratore mobbizzato. È questo l’obiettivo dei Centri di Ascolto Mobbing e Stalking Uil e dal Patronato Ital che attraverso la fitta rete di medici, legali e psicologi, sostengono il lavoratore nell’iter giudiziario.
Per il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, “Il mondo del lavoro sta subendo numerosi attacchi da parte del Governo” e “Le politiche messe in atto sono molto poco attente al benessere e allo stato di salute dei lavoratori e delle lavoratrici del nostro Paese”. Il leader della Uil, intervenuto al convegno organizzato dall’Ital e dalla Uil, ha parlato inoltre di demansionamento e videosorveglianza sottolineando come questi accresceranno il contenzioso, chiosando: “Pensiamo che il benessere e lo stato di salute di ogni lavoratore sia un valore da perseguire in tutte le sedi è per questo – ha poi concluso Barbagallo - che vogliamo riaprire una discussione politica anche con l’Inail affinchè vengano riconosciute le malattie professionali da azioni vessatorie e da mobbing”. (Silvia La Ragione)