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15 Luglio 2015 Numero 31 Anno II

 

la platea di proponenti

Walter Passerini - La Stampa - 6 luglio 2015

“Insegnano l'atletica e la politica che a partire troppo presto ci si brucia. E' forse quello che sta per succedere alle pensioni prossime venture, al cui capezzale si affannano medici coraggiosi, che si cimentano in progetti arditi, più intesi a creare consenso che a coglierne le conseguenze. C'è chi propone il ritorno delle quote, che avevamo lasciato a quota 96 (61 anni, 35 di anzianità) e che decollano sino a quota 100 (60 anni, 40 di anzianità). C'è chi ripropone la risoluzione dell'odissea degli esodati, ridotti a una pattuglia di 55 mila perché stremati da lottizzazioni (interventi a lotti di salva-guardia) che hanno spento numeri e fiducia. C'è chi propone inter-venti di solidarietà, dimenticando che ciò che si risparmia deve restare nell'ambito previdenziale, pena la scure della Corte Costituzionale.

 C'è chi si attira le ire dei pensionati, specie d'oro e d'argento, a cui tremano le ginocchia te-mendo di dover restituire ciò che non è coperto da contributi. C'è chi parla di forchette di uscita tra 60 e 70 anni con premi e punizioni. E c'è chi compulsa calcolatrici per capire quanto si porta a casa traducendo tutto in contributivo ali inclusive. La partita pensioni è stata aperta, ma la rincorsa è troppo lunga, se pensiamo che l'ultima parola spetta alla prossima legge di stabilità. Giusto proporre e discutere, ma attenti a non seminare incertezza, sfiducia, panico e mal di pancia: più che di pensioni sono un sensore di elezioni”.