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2 Luglio 2015 Numero 30 Anno II

 

il primo giorno di voto

Non avrei mai pensato di poter partecipare al Consiglio confederale nazionale della Uil come membro effettivo. Un paio di volte Pier Angelo Massa e Alba Lizzambri mi hanno proposto di prendervi parte in qualità di uditrice. L’ho fatto volentieri perché sono curiosa e cronista dentro. Mi piace imparare e in effetti dalle comunità c’è sempre da apprendere: nel bene e nel male. La composizione del CCN ha tante anime: politiche, di genere, geografiche. Grazie a questa varietà torno sempre a casa con appunti mentali di ogni genere. Conoscere è sempre positivo.

Il primo sentimento con il quale ho dovuto fare i conti al mio primo CCN (da membro effettivo) è il senso di colpa. Come no, quello è sempre dietro l'angolo. Le origini, si sa, sono quelle che ti portano il più delle volte davanti a un giudice: psicologi, giudici di pace, coscienza. Di che cosa sto parlando? Dei conflitti familiari. Nasci comunista con la "K" da genitori iscritti alla Cgil e ti ritrovi nel Comitato centrale nazionale della Uil. La prima cosa che ho pensato ieri è stata: "Almeno si chiamasse ancora Comitato centrale". E così i primi venti minuti sono passati con questo film. Immagini vecchie e nuove proiettate dalla macchina dei conflitti atavici: tutte nella mia testa. Un groviglio di sentimenti che andavano dall'immensa gratitudine verso Piero Massa che mi ha fatto crescere all'interno della Uil, aiutandomi a smussare angoli e rigidità e il senso di colpa, ma anche di rivalsa, nei confronti della mia famiglia che continua ad essere iscritta alla Cgil. Neanche la soddisfazione di quattro 730 in più per il “mio” Caf. Capito? Non ho parole. Sono condannata all’isolamento. Scherzo. Ascoltando Pirani ho poi pensato che la mia conversione è stata graduale ma totale.
Il secondo sentimento è stato l'orgoglio. Parlo di senso di appartenenza, finalmente. Una cosa tutta mia. Quando? Quando ho sentito dalla voce di Carmelo Barbagallo che noi siamo inevitabilmente sinistra sociale. Sarò all'antica ma io sono abituata a dare alle cose un nome. Questo secondo momento mi ha fatto riappacificare con il primo. Mi sono autoassolta.
Il terzo sentimento è la gratitudine. Al CCN, mentre si succedevano gli interventi, ho pensato a Massa, a Cerdini e alle tante persone che hanno contribuito alla mia formazione sindacale. Certo, di strada ne ho ancora da fare, fortunatamente sono una persona umile. Anzi, una persona normale che pensa che qualcosa ci sia sempre da imparare da tutti (o quasi). Oggi ho punti di riferimento precisi. Cercavo questo. (Giada Campus)