Logo
15 Giugno 2015 Numero 29 Anno II

 

la ragione dei numeri

Parlando di pensioni non si può non tenere conto delle prospettive future dei giovani. Soprattutto in questi mesi in cui la disoccupazione giovanile è salita al 42,6% (quasi 11 punti percentuali in più rispetto al 2012) e il tema delle “pensioni” è entrato di peso nell’agenda politico - sindacale italiana.
In questo scenario arrivano puntuali le proposte della Uil di modifica della Legge Monti Fornero, una norma che lo stesso sindacato di via Lucullo definisce come “La più gigantesca operazione di cassa fatta sul sistema previdenziale italiano”.

Il portavoce di queste proposte è Domenico Proietti, Segretario confederale Uil, che nella relazione introduttiva a un recente convegno pubblico ha fatto le pulci al sistema pensionistico italiano con dati e numeri alla mano.
L’Inps parla di 80 miliardi di euro prelevati dalle tasche dei cittadini nel periodo 2012-2020: una manovra economica che è stata fatta su un sistema giudicato sostenibile da tutte le istituzioni, nazionali e internazionali.
I dati sulle pensioni in Italia ci dicono che nel 2013 la spesa pensionistica totale è stata di oltre 247 miliardi di euro con un’incidenza sul PIL del 15,3%. Un rapporto - spesa per le pensioni e PIL - che potrebbe ridursi, con alcuni accorgimenti, al 10,7%, meno della media degli altri paesi europei.
Dopo la recente sentenza della Corte costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale la legge Fornero, la Uil ha pubblicato due studi stimando che: un pensionato con circa 1.700 euro di pensione lordi mensili ha diritto a 3.074,88 euro lordi per i mancati adeguamenti del 2012 e del 2013 e a un adeguamento mensile della pensione di 70 euro lordi.
Il modello di previdenza complementare italiano è uno dei frutti migliori delle relazioni industriali degli ultimi venti anni. Un tesi confermata dai numeri: dal 1993 a oggi il rendimento medio dei Fondi Pensione è stato nettamente superiore a quello del TFR e, secondo Corriere Economia, il TFR maturato e lasciato in azienda in venti anni da 58.000 euro è diventato 75.749, lo stesso TFR destinato ai Fondi Pensione di categoria è diventato 103.134 per effetto dei redimenti ottenuti. (Silvia La Ragione)