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15 Giugno 2015 Numero 29 Anno II

 

sindacato ... uber alles

Antonio Ascenzi

Il Presidente Renzi non perde occasione, quando parla di sindacato, di fare riferimento al modello tedesco da preferire, secondo lui, in quanto in Germania ci sarebbe un solo sindacato e non le tante sigle come avviene in Italia e quindi pensa di varare un apposita legge sulla rappresentanza sindacale.
Premesso che non è vero che in Germania esiste un solo sindacato perché in quel Paese vi sono molte sindacati di categoria e più di una Confederazione (ad esempio DG e Ver.Di), ma se proprio quello deve essere il modello da importare sarebbe bene che venisse adottato per intero ivi compresa la “Mitbestimmung” (la “Partecipazione”).

Ciò, oltre che rispettare la volontà dei nostri padri costituenti (art. 46 della Costituzione), contribuirebbe non poco alla ripresa economica affermando anche in Italia l’idea cardine del modello germanico: la reciproca legittimazione delle parti.
Al contrario, il Premier tende sempre più a sminuire non solo il ruolo del sindacato, ma, più in generale, di tutti gli organismi di rappresentanza degli interessi.
Da un lato, quindi, un sistema di relazioni industriali, come quello tedesco, in cui il sindacato ha una funzione riconosciuta, dall’altro un Paese come l’Italia dove viene ancora vissuto come “intralcio”!
Per quanto riguarda poi la legge sulla rappresentanza sindacale, è bene ricordare che in Italia già esiste nel Pubblico Impiego ed anche nel settore del lavoro privato, con il Testo Unico del gennaio 2014, si è provveduto a regolamentare la materia ivi compresa la certificazione della reale rappresentatività delle organizzazioni sindacali.
Circa la legge va, quindi, riaffermata una netta contrarietà non tanto per motivi di principio quanto perché, vista la qualità dell’attuale personale politico, rischierebbe di essere non una legge a sostegno del sindacato, ma una legge contro il sindacato.