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1° Giugno 2015 Numero 28 Anno II

 

COOPERARE PER L'INTEGRAZIONE

“I bambini, gli adolescenti sono trascinati, spesso senza una reale consapevolezza, all’interno del progetto migratorio deciso dai loro genitori. Una volta introdotti nei differenti contesti di accoglienza (scuola, gruppi amicali e sportivi, ecc..), a loro è richiesto di apprendere e di padroneggiare i linguaggi e la cultura del paese di accoglienza, e allo stesso tempo di mantenere e rispettare i legami, i valori delle origini culturali della famiglia.

In sostanza i minori sono impegnati in un grande sforzo continuo di dover conciliare, in loro stessi, messaggi e richieste diverse, a volte contraddittorie, provenienti sia dalla famiglia sia dalla scuola e dalla società dove vivono. Tutti fattori che possono influenzarli e renderli vulnerabili e che possono ostacolare il loro processo di integrazione.
Per aiutarli, comprendere e cercare di rendere il loro percorso di integrazione meno ostico è necessario che tutti noi, come stiamo facendo da tempo, grazie anche a progetti che ci consentono di analizzare sul campo ciò che succede realmente, (enti istituzionali, sindacati - patronati, associazioni immigrati, scuole, ecc…) dobbiamo sempre svolgere al meglio il nostro lavoro attraverso le distinte competenze professionali che abbiamo, innescando tra di noi persistenti sinergie operative.
Credo che la parola chiave sia cooperazione, come strumento in grado di creare quel ponte di interconnessione fondamentale per aiutare il minore a prendere coscienza della positività del suo percorso integrativo sociale e culturale in un nuovo paese”. (Tatiana Pezzola – Convegno Ital Uil - 22 maggio 2015)