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16 giugno 2014 Numero 3 Anno I

 

Milano e Firenze nonostante

Due cannonate possenti a distanza di 250km hanno causato molta nebbia su due splendide città italiane: Milano e Venezia. La corruzione può minare la costruzione del futuro a Milano e gettare discredito su una fiaba, fatta città, come Venezia. Per fortuna due articoli ci fanno respirare.

Il primo di Alessia Gallione su D del 24 maggio: “Se si parla di nuove città si pensa subito ai grattacieli, ma il cambiamento più vero è in orizzontale, nelle strade dove fioriscono i luoghi in cui si mette insieme tutto, la scrivania in affitto e il ristorante, il mercato della terra e il posto dove incontrarsi. Milano ha cominciato a ricostruirsi dal basso. A misura di giovani, strart up, makers e coworking creativo. Quella degli innovatori tecnologici sarà la quinta rivoluzione, dopo quella dell’industria, della finanza, dell’editoria e dello stile”.
Quasi uno sfogo nel futuro, come quello di Beppe Severgnini sul Corriere della Sera del 6 giugno: “Venezia è la città irripetibile, quella che convince ogni turista di essere un poeta. Credo che molti stranieri dopo una settimana di visita, partano convinti d’essersi aggirati dentro una ricostruzione. Troppa delicatezza in così poco spazio”. L’esaltazione concreta di Venezia porta poi Severgnini a evidenziare perché nel mondo ci ammirano e ci invidiano: “tutto quello che ci riguarda fa sognare chi legge, guarda, ascolta, cerca, beve, assaggia. L’Italia è sede ufficiosa del congresso perpetuo delle tentazioni. Noi siamo quello che tutti vorrebbero essere, almeno talvolta e non osano. Intuitivi, emotivi, immediati, sorprendentemente generosi”. Una bella iniezione di fiducia per arrivare a Expo 2015 e alla conclusione del MOSE. (Silvia La Ragione)