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1° Maggio 2015 Numero 26 Anno II

 

welfare on demand

La logica è quella di garantire un’offerta di beni a 360°, da scegliere con un semplice clic, tra un ricco paniere elettronico a disposizione di ciascun dipendente.
Una piattaforma on line in grado di far scegliere una serie di benefit, dalla spesa per il nido ai voucher per l’acquisto dei libri scolastici o per le attività sportive e ricreative, oppure finalizzati al rimborso delle tasse universitarie dei figli. Il lavoratore inserisce nel suo ambiente personale appositamente creato nel portale, il costo che ha sostenuto e a quel punto l’azienda effettua il riaccredito della spesa.

Non più soldi in busta paga che costano tanto alle aziende quanto al lavoratore, ma piani di remunerazioni modulari, integrativi e flessibili, erogati dal datore di lavoro attraverso una serie di servizi mirati per incrementare il potere di acquisto dei loro dipendenti e rispondere alle loro esigenze personali.
La rinascita 2.0 del welfare aziendale, di cui Adriano Olivetti fu il pioniere, è una risposta alla crisi del welfare pubblico, ben adottata da diversi Paesi europei e un po’ meno dall’Italia, dove è uno strumento ancora sottovalutato.
Secondo l’OCSE ad esempio in Gran Bretagna le prestazioni non obbligatorie erogate dalle imprese rappresentano circa il 14% della spesa sociale, in Francia, Svezia e Germania il 7%, mentre in Italia è ferma al 2,1%. Colmiamo lo svantaggio. (Gabriele Di Mascio)