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1° Maggio 2015 Numero 26 Anno II

 

immigrazione punto lavoro

Iniziamo dalle conclusioni dell’Istat “I più colpiti dalla crisi sono i cittadini stranieri” per affermare con convinzione che la crisi occupazionale sta costringendo oggi i lavoratori stranieri ad andare via dall’Italia o molto spesso a vivere in condizioni di nuova irregolarità.
La cronaca ci pone più che mai di fronte a nuovi interrogativi su come poter gestire la nuova ondata di flussi migratori e alcune proposte su questo tema arrivano da un recente incontro pubblico organizzato dal Coordinamento Nazionale Uil Immigrati che ha restituito significativi spunti di riflessione su cosa significa integrazione, quali i diritti degli stranieri, come gestire l’emergenza africana e quali prospettive per il mercato del lavoro.

Partendo dalle parole del Segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, possiamo dire che a tenere ben saldo il Sindacato ai temi dell’immigrazione è sicuramente il sano realismo e la passione che ogni sindacalista ha nei confronti di questo tema. Un lavoro che rispetta le opinioni degli altri, che si batte per la rivendicazioni dei diritti e che tiene conto del valore sociale ed economico degli immigrati e per questo necessita di un sistema di tutele rispondenti ai nuovi bisogni.
L’incontro tra culture fa nascere legami che arricchiscono umanamente. Ne è sicuro Alberto Sera, Consigliere delegato del Patronato Ital, che nel suo contributo al dibattito ha ricordato il valore umano e sociale di ogni incontro dove anche semplicemente aiutare a districarsi nel labirinto della burocrazia fa nascere legami profondi.
Storie di vita e di integrazione ma anche racconti di sofferenza, come quello del fotoreporter freelance Piscitelli che Alberto Sera ha voluto ricordare con la frase “Sulle rotte del dolore ho scoperto il coraggio di chi cerca un’altra vita”. Parole tratte da una recente intervista apparsa su La Stampa che descrive minuziosamente il coraggio degli uomini, la disperazione, la fuga dai propri Paesi, l’attraversamento del Mediterraneo, l’approdo nei Cie, la vita e la morte.
Una soluzione su come poter cessare le morti e la sofferenza in mare arriva da Luca Visentini, Segretario Confederale CES, che propone di ripristinare iniziative simili a “Mare Nostrum”, la vasta missione di salvataggio dei migranti terminata a novembre dello scorso anno.
Il nostro futuro dipende molto dal coraggio con cui affrontiamo le migrazioni e la nuova frontiera del mercato sociale italiano è per Giuseppe Casucci, Responsabile nazionale immigrazione Uil, il mercato del lavoro. Nella relazione introduttiva Casucci ha sottolineato come la mancanza di occupazione abbia provocato l’impossibilità di rinnovo per almeno 350mila permessi di soggiorno costringendo quindi molti cittadini stranieri ad abbandonare il Paese o al lavoro nero portandoli in un vero e proprio imbuto – del lavoro sommerso – privo di diritti, dal quale è difficile uscire. Ugo Melchionda, Presidente del Centro studi e ricerche IDOS, parla di vera e propria “segmentazione etnica del mercato del lavoro” concludendo che “non esiste un modello di integrazione in Italia”.
E visto che “I diritti sono l’aria che respira la gente” citiamo per finire le parole del professor Zaccaria, Presidente del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), “Bisogna riprendere la stagione di nuove leggi su immigrazione, cittadinanza, libertà religiosa”. (Silvia La Ragione)