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2 Marzo 2015 Numero 22 Anno II

 

cittadinanza semplice

«Ho 29 anni, vivo a Bologna e sono figliodi immigrati. Mi sono laureato in Lettere e Filosofiacon il massimo dei voti, 110 e lode. Per paradosso, proprio la mia volontà di proseguire gli studi mi ha negato la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana perché da studente non ha potuto lavorare e quindi produrre reddito. Per l’Italia non sono ancora cittadino italiano. Nonostante ci abbia passato buona parte della mia vita. Gli anni sui banchi di scuola, prima, e all’Università, poi, non sono sufficientiper dimostrare la mia italianità. Per questo ho deciso di scrivere a Renzi, perché ho fiducia in li».

Questa è la storia di Yassine Laframe – un italiano di fatto, ma straniero di nome - che dopo l’ennesima delusione ha deciso di appellarsi al Premier. Infatti, se fosse stato italiano avrebbe potuto partecipare a un importante corso di formazione nel Regno Unito ma gli è stato rifiutatoil visto. Così un’altra occasione persa per lui, che si aggiunge a una lunga lista. Storie di vita comuni a molti figli di cittadini stranieri. Si corre il rischio che questi problemi vissuti ingiustamente da una parte consistente delle giovani generazioni li porti a sentirsi stranieri nel loro Paese, creando ogni giorno divisioni, frustrazione, ingiustizie e discriminazioni. Non tener conto di questo significanon pensare al bene e al futuro dell’Italia. Attualmente sono all’esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera circa venti progetti di legge sulla cittadinanza. L’intento è quello di realizzare un testo unificato,ma i lavori della Commissione si sono bloccati più volte negli ultimi tre anni e sono fermi a questa estate. Nel 2014 alcuni passi in avanti sono stati fatti, con una parte dei partiti di centro destra che si sono detti disponibili a una ipotesi di riforma da concordare in un unico testo di legge. Nel frattempo il Governo ha manifestato a più riprese la volontà di arrivare entro l’estate ad una nuova legge sulla cittadinanza. I tempi sembrano maturi. Si è passati dalle 65mila circa del 2012 alle oltre 100mila del 2013. Tutto dunque fa supporre di essere a un passo dalla cittadinanza. Per questo motivo dobbiamo rimanere al passo con i tempi, seguire passo - passo l’iter legislativo e sincerarci che vengano compiuti solo, passi in avanti. Noi un passo alla volta saremo sempre presenti. (Gabriele Di Mascio)