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3 Febbraio 2015 Numero 20 Anno II

 

bella ciao

La parola “resistenza” è stata riportata in auge dal Segretario Generale Uil, Carmelo Barbagallo, nella manifestazione per lo sciopero generale del 12 dicembre 2014.
Dopo pochi giorni la canzone simbolo della resistenza è stata cantata in occasione dei funerali di due vignettisti di Charlie Hebdo in Francia e ha fatto da colonna sonora alla vittoria di Tsipras in Grecia.

Senza tanti commenti abbiamo pensato utile trascrivere il testo.

Il seguente testo è quello più diffuso, con alcune varianti tra parentesi.

«Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

Mi seppellirai [Mi porterai / E seppellire] lassù in [sulla] montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire [Mi seppellirai / Mi porterai] lassù in [sulla] montagna
[sotto l'ombra] all'ombra di un bel fior.

E [Tutte] le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E [Tutte] le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»