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3 Febbraio 2015 Numero 20 Anno II

 

tante professioni emigrate

Silenziosamente, in un anno, una città più grande di Varese, Grosseto o Caserta è scomparsa dall’Italia. Ed è riaffiorata, come un fiume carsico, oltreconfine. Apre così l’articolo “Prendo la famiglia e scappo” di Anna Maria Angelone apparso su Panorama del 14 gennaio scorso.
In meno di due righe la giornalista ha fotografato il fenomeno migratorio nel nostro Paese: “massivo e celato e lasciando (almeno alla sottoscritta) un senso di inquietudine sia per la verità assoluta della sua affermazione sia perché mostra in tutta evidenza l’indifferenza dei più al fenomeno”.

Continuando la lettura il disagio (per fortuna) svanisce. Si, perché a lasciare il proprio paese non sono solo italiani ma gli europei in generale, anche se “è proprio l’Italia il Paese più mobile della vecchia UE a 15, nulla però a confronto con gli Usa, dove il tasso di statunitensi che si spostano è pari al 2,7 per cento della popolazione”.
Una ricerca di PageGroup, realizzata in esclusiva per Panorama, ha elaborato la classifica delle 15 figure professionali più richieste nei 15 paesi esteri da dove provengono offerte di lavoro destinate espressamente a italiani.
Il lavoratore italiano più gettonato è il Technical sales, figura che gestisce i rapporti con i clienti, supporta la rete di vendita, studia le offerte commerciali e cura le spedizioni. Se 14 paesi esteri su 15 richiedono la stessa figura professionale è evidente che ci viene riconosciuta una buona capacità nelle relazioni interpersonali e negli affari. Ma non siamo solo bravi commercianti. E le nostre eccellenze nel mondo ne sono la prova. In Francia, ad esempio, tra il 15 e il 20 per cento degli scienziati di prima fascia ci sono italiani, oppure, solo per l’anno appena trascorso, 2.363 medici italiani hanno chiesto al Ministero della Salute i documenti necessari per lavorare all’estero. (Silvia La Ragione)