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15 Gennaio 2015 Numero 19 Anno II

 

il nostro saluto a napolitano

Si è conclusa la Presidenza della Repubblica più lunga della storia italiana. Giorgio Napolitano, da nove anni alla guida del Paese, ha lasciato il Quirinale rassegnando le dimissioni. Napolitano è stato l’undicesimo presidente della Repubblica e il primo chiamato a ricoprire un secondo mandato. Di origini campane, oggi senatore a vita, è alla sua terza carica istituzionale dopo quella di governo e presidenziale. Eletto deputato nei primi anni ’50 è stato anche membro del Parlamento europeo, il suo impegno ha riguardato in particolare la politica internazionale ed europea.

l prossimo giugno compirà novant’anni e la sua prima giornata da ex presidente l’ha trascorsa ai giardini pubblici in compagnia della moglie Clio. Ovviamente questa immagine è frutto di una lettura – fantasiosa - della vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera che lo ritrae in abiti distinti, seduto su una panchina, impaziente di ricordare a un giardiniere la sua identità. Immerso in un’atmosfera tranquilla e familiare di un giovedì mattina qualsiasi l’uomo (Napolitano), sotto gli occhi dei passanti e della donna (Clio) che le è seduta accanto, si rivolge al giardiniere con un “Lei non ci crederà!” “Ma io sono stato Presidente della Repubblica e per ben due volte!!”. Le sue parole attirano inevitabilmente l’attenzione dei due che rimangono stupiti, a bocca aperta.
Il giorno dopo le sue dimissioni ci siamo già dimenticati chi è quell’uomo distinto e pacato che oggi siede su una panchina di un giardino pubblico? O è l’“Effetto Corazziere”, evocato su la Stampa da Massimo Gramellini, che richiama all’identità? “Prendete - si legge nel suo editoriale - l’essere più anonimo della Terra, uno a cui lo specchio del bagno chiede di continuo «non ti vedo, dove sei?», e mettete ai suoi lati due corazzieri. Al primo scatto di speroni il nostro uomo avvertirà un brivido lungo la schiena. Al secondo, un lieve senso di vertigini. Al terzo impugnerà un microfono di passaggio per lanciare un severo monito”. Una cosa è sicura, con due corazzieri accanto non si rischia di passare inosservati.
E mentre “Giornali, siti e telegiornali sono pieni di giudizi sui (quasi) nove anni al Quirinale di Giorgio Napolitano” un’altra firmadel Corriere, Beppe Severgnini, lo descrive in cinque parole: “è stato un buon presidente”. E ricorda che “Se dovessi scegliere una frase di saluto, non prenderei una citazione di Norberto Bobbio, ma un verso di Franco Battiato «Com’è difficilerestare calmi quando tutti intorno fanno rumore». E di chiasso, dal 2006, in Italia ne abbiamo fatto parecchio”. (Silvia La Ragione)