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15 Gennaio 2015 Numero 19 Anno II

 

proposte turche

“Tre indizi fanno una prova” diceva Agatha Christie.
E allora: una pagina di pubblicità su un quotidiano che invita a caratteri cubitali: “Dai impariamo il turco”; Salh Ucan, un giovane calciatore turco, che pare non riesca a sfondare nella Roma anche per via dell’incomunicabilità della lingua turca; venti cittadini turchi votano alle primarie del PD in Liguria e fanno vincere in quel seggio un candidato.

A questi tre indizi affianchiamo tre realtà

1) A Istambul c’è la più antica comunità italiana al mondo che sin dal tempo delle crociate e delle repubbliche marinare ha visto molti genovesi e veneziani insediarsi in quei luoghi.

2) In Turchia c’è un forte interesse per tutto ciò che è italiano: cinema, musica, abbigliamento, cucina, vino e Made in Italy. E c’è una grande richiesta di corsi di lingua italiana.

3) Una crescita esponenziale di imprese italiane che delocalizzano in Turchia, un Paese che diventa sempre più un mercato di riferimento per il Made in Italy.

Tutte queste cose sono la prova che in Turchia è possibile emigrare.