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15 Dicembre 2014 Numero 17 Anno I

 

dal palco di enna

Oggi l’Italia si ferma per difendere la dignità dei lavoratori, da cui dipende tra le altre cose la democrazia nel lavoro e siccome il lavoro è il fondamento costituzionale su cui si regge il nostro paese, scioperiamo e manifestiamo per difendere la democrazia. Scioperiamo inoltre per riaffermare l’utilità sociale dei Patronati e valorizzare la nostra attività di tutela e di promozione dei diritti fondamentali.

Perché la riduzione del taglio del Fondo Patronati da 150 a 75 milioni di euro non è sufficiente a scongiurare il rischio di mettere in ginocchio la tutela gratuita assicurata dai patronati; tanto meno è coerente con l’impegno che il Presidente del Consiglio aveva assunto pubblicamente, confermato anche dal Ministro Poletti, che sarebbero state trovate le risorse per salvaguardare l’esistenza di un servizio di pubblica utilità indispensabile per tutti i cittadini. 75 milioni di euro continuano ad essere una cifra enorme, insopportabile per una rete che ogni anno assicura a milioni e milioni di persone la gratuità dei servizi di tutela e assistenza in ambiti che vanno dalla previdenza alle prestazioni socio-assistenziali. A noi si rivolgono non solo i lavoratori e le famiglie ma anche i disoccupati, i pensionati, i cittadini stranieri, ovvero tutte quelle fasce di popolazione a rischio, i soggetti più deboli e svantaggiati, i meno tutelati, che da noi trovano l’opportunità di vedere difesi i loro diritti, di vedere ascoltate le loro richieste e i loro dubbi.
Se il governo approva la finanziaria così com’è dovrebbe essere denunciato per appropriazione indebita perché quei 75 milioni di euro non sono suoi, ma dei lavoratori; la percentuale della contribuzione previdenziale che serve ad alimentare il fondo patronati verrà ridotta dallo 0.226 allo 0.148 per cento, ma i lavoratori continueranno a versare integralmente i contributi previdenziali obbligatori e una quota di questi finirà nelle casse dello Stato, molto probabilmente per ripianare i già disastrati conti pubblici. Questi tagli non sono decisamente
una cosa di sinistra, così sta solo punendo la povera gente; la sottrazione delle risorse al Fondo Patronati, se approvata, si tradurrebbe di fatto in un’altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli, costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio anche di sedicenti consulenti che operano senza alcun controllo e senza regole. Se sinistra vuol dire almeno solidarietà e uguaglianza, è difficile definire di sinistra chi gioca a contrapporre presunti garantiti che garantiti non sono più grazie alla crisi e alle politiche liberiste, agli ancor meno garantiti, scatenando così una guerra tra lavoratori dipendenti e precari, tra pubblici e privati, tra giovani e anziani; chi taglia gli enti puliti che forniscono assistenza gratuita. Per tutti questi motivi riteniamo sia impensabile prevedere tagli ai fondi, così come quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2015. Un pensiero condiviso da oltre un milione di cittadini che hanno già firmato la petizione per difendere l’accesso gratuito ai loro diritti.
Continueremo la nostra campagna di sensibilizzazione verso le istituzioni e il Parlamento, fino a quando non verrà cancellata del tutto una norma inaccettabile sia sotto il profilo economico, sia per ciò che riguarda il merito e il metodo. Ci hanno tolto praticamente tutto e ancora non sono contenti, cosa devono farci ancora per dire finalmente con forza basta! Per dire basta i sacrifici ora fateli voi, noi abbiamo già dato. (Stefania La Paglia)