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1 dicembre 2014 Numero 16 Anno I

 

Oltre la fuga dei cervelli

Sono circa 94.000 i giovani italiani, spesso ad alto profilo professionale, che hanno lasciato l’Italia in cerca di fortuna ed occupazione all’estero negli ultimi cinque anni (fonte: Rapporto Annuale Istat 2014). Ma oltre la fuga dei nostri “cervelli”, ci sono anche molti stranieri che continuano a considerare il Belpaese la propria meta ambita per iniziare a lavorare. 

Il Corriere della Sera del 25 novembre 2014, riporta infatti i dati del “report Decoding Global Talent 2014” realizzato da Boston Consulting Group: dalla ricerca è emerso che il 25% degli intervistati risulta essere attratto da una possibile carriera in Italia e, tra questi a preferire la penisola sono principalmente argentini, turchi e statunitensi.
Anche se la capitale del Regno Unito, continua a classificarsi in pole position tra le mete più ambite per lavorare, la città eterna si classifica al decimo posto, superando metropoli come Los Angeles e San Francisco.
Insomma, mentre i nostri giovani continuano a cercare possibilità di carriera maggiori in altri Paesi, l’Italia rimane, malgrado tutto, una meta appetibile a livello lavorativo per gli stranieri in virtù della sua identità linguistica, qualità della vita e cultura.
Ma sono diverse le qualità ricercate in un’occupazione: sempre nell’articolo del Corriere, viene citata l’analisi della società di consulenza The Network, da cui è risultato che gli italiani sono gli unici in Europa a mettere al primo posto il riconoscimento. Delle buone dinamiche relazionali con i colleghi sono invece messe al primo posto da inglesi, svizzeri e tedeschi, mentre i francesi puntano maggiormente su un buon rapporto con i superiori. Gli americani all’opposto,valutano un’occupazione in base alla stabilità finanziaria dell’azienda, anche per effetto della crisi.
Il trattamento economico non viene messo in cima alla lista dei valori degli europei, considerando che per francesi e tedeschi si colloca rispettivamente al quarto e terzo posto, mentre per gli italiani non risulta tra le prime 4 posizioni.
Tirando le somme, gli autori della ricerca hanno concluso che la ricetta per avere dei dipendenti motivati i un’azienda stia nell’elaborare una “offerta totale” fatta di valori culturali, relazioni ed apprezzamento, senza però tralasciare il trattamento economico. Infatti i soldi, spiegano gli analisti, pur non essendo il tutto, continuano a contare. (Viviana Toia)