Logo
1 dicembre 2014 Numero 16 Anno I

 

ALLA RICERCA DELLA RICERCA

Colpiscono le parole messe nero su bianco da Cosimo Lacava in una lettera aperta al Presidente della Repubblica ripresa dal quotidiano on line Repubblica.
Trentadue anni ricercatore italiano, figlio dell’Ilva di Taranto, oggi si trova all’estero. Una storia, la sua, “identica a tante altre” (come lui stesso ammette) che però “vale la pena di essere raccontata per evitare che tutto diventi normale, accettato”.

Scrive al Presidente Napolitano per dirgli “che sta benissimo e che si sente un privilegiato perché fa un lavoro che gli piace, che lo appassiona, con uno stipendio giustamente proporzionato al lavoro che svolge e le prospettive future sono promettenti”.
È felice, vive bene Cosimo nella sua cittadina inglese del Wiltshire. Ogni mattina prende un treno che lo porta a Southampton, la città da dove scrive. Lì svolge il suo “mestiere”: la Ricerca, definita da lui stesso “d’interesse internazionale”.
Stima che per la sua formazione l’Italia abbia speso (dalla scuola primaria fino al titolo di Dottore di Ricerca) circa 500mila euro e che oggi “un altro Paese trae vantaggio da questo, senza nulla in cambio”.
Nella sua lettera parla di politica, della sua passione coltivata fuori e dentro l’Università. La stessa che negli ultimi giorni gli ha dato una forte delusione, che lo spinge oggi a scrivere per difendere “gli investimenti sul futuro” che le recenti misure adottate dal Governo vogliono cancellare. In particolare della norma prevista dalla Legge di Stabilità che cancellerebbe di fatto il futuro della didattica delle università, ostacolando la carriera anche dei giovani ricercatori, una scelta che “darebbe l’avallo a quella politica universitaria incline a premiare chi è già di ruolo”.
Lo sfogo di Cosimo è una tante voci che ha cercato negli anni di convincere la politica a investire di più e meglio sui giovani. Un appello che oggi riceve il sostegno della senatrice a vita Elena Cattaneo che su la Repubblica si rivolge al Governo chiedendo di “cambiare quella legge”. La senatrice si batte per eliminare la ricorrente dissonanza che vede le forze politiche impegnate per sostenere i giovani ricercatori e le norme varate che di fatto li allontanano dal nostro Paese. Nelle università italiane c’è bisogno di qualità, ne è sicura ed è anche convinta che vincere un contratto di ricercatore a tempo determinato sia un buon trampolino di lancio per i giovani per iniziare una carriera universitaria.
Lo sfogo di Cosimo è l’esempio che i giovani vogliono studiare, lavorare, costruirsi un futuro e tornare, perché no, a investire una consistente parte del proprio tempo libero in impegno civile e politico in Italia “scongiurando il rischio di vivere in un infinito limbo di precariato”. (Silvia La Ragione)