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15 ottobre 2014 Numero 12 Anno I

 

Numeri grondanti

Oltre 4 milioni e mezzo di persone iscritte all’Aire al 1° gennaio 2014. 141 mila iscrizioni in più rispetto allo scorso anno.
Gli italiani che espatriano dal nostro Paese sono perlopiù uomini (56,3%), celibi (60%) che per la recessione economica e la disoccupazione abbandonano l’Italia in cerca di fortuna. Biglietti alla mano per partenze verso il Regno Unito (+71,5% rispetto al 2013), la Germania (11,5% di crescita), la Svizzera (15,7% di crescita) e la Francia (19% di crescita). Non solo destinazioni europee, ma anche il Sud America che posiziona l’Argentina tra le destinazioni oltreoceano più gettonate.

A delineare i contorni, per niente confortanti, sull’emigrazione italiana dei giorni nostri è l’ultimo Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. E se è vero che a partire sono numerosi italiani, giovani (il 36,2% ha meno di 34 anni), è altrettanto vero che l’esodo non si ferma qui. Infatti il censimento riguarda esclusivamente gli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), resta fuori dalle statistiche ufficiali il sommerso, tutti coloro che si sono trasferiti all’estero, ad esempio, da meno di un anno e non sappiamo se definitivamente.
Mons. Giancarlo Perego, in un’intervista al quotidiano Leggo, spiega che l’esodo degli italiani 2.0 verso una nuova vita non si fermerà a breve, anzi, il Direttore della Fondazione Migrantes prevede un aumento nel prossimo triennio. Per lui l’emigrazione può rappresentare un valore aggiunto in termini di competenze professionali e rimesse, ma oggi mancano le condizioni per un rientro effettivo e stabile in Italia. “Italia ingrata, vado via”. Forse è proprio così. (Silvia La Ragione)