Logo
1 ottobre 2014 Numero 11 Anno I

 

IL SOGNO DI DANZICA/2

Ritorno in Italia dopo aver partecipato con 3 compagni della Uil e dell’Ital al Seminario Internazionale “Quadro di Azioni sull’Occupazione Giovanile – preparazione all’implementazione”, che si è tenuto a Danzica nelle giornate del 30 settembre – 1° ottobre 2014.

Il seminario, promosso e organizzato da Solidarnosc, ha visto impegnati molti rappresentanti sindacali polacchi di varie aziende tra le quali l’agguerrita categoria dei minatori, di sicuro la più rappresentativa e la più forte sindacalmente.
L’impatto con la Polonia è stato importante: appena salita sul taxi che mi avrebbe portata in Hotel, il tassista, un simpatico signore di circa 50 anni, mi chiede in un buon inglese “In Polonia per lavoro?” “Sì, sono qui per lavorare insieme a Solidarnosc” e lui mi risponde fiero “Solidarnosc is freedom”. L’ha detto con orgoglio, con energia. Questa energia mi ha conquistata ed ha accompagnato tutta la mia permanenza in questo paese che ancora risente della dominazione sovietica anche se prova ad entrare nella modernità.
Vedere tutti questi giovani sindacalisti, che vengono chiamati “leader” nelle loro aziende, confrontarsi tra loro e con noi sui temi della disoccupazione giovanile mi ha trasmesso una concezione del sindacato che forse non ho trovato mai o raramente in Italia: la passione, il fervore, il sogno. La forza del sindacato è in due azioni primarie: proselitismo e organizzazione.
Un sindacato è forte se ha una solida e vasta base ma soprattutto se sa organizzare i propri aderenti e farli sentire “parte del sindacato”, con un’informazione capillare, con la presenza nelle fabbriche, anche laddove si è “ospiti ingrati”, e allora è proprio in quel caso che nell’azione vi deve essere maggiore forza, e anche il coraggio di “fare sindacato”.
Sono concetti che altrove hanno perso quasi la loro valenza ma qui fermentano come il mosto d’autunno. La disoccupazione giovanile, un tema assai acceso anche in Italia, è un’urgenza sociale gravissima, verso la quale la nostra attività di Patronato dovrà orientarsi, verso politiche attive del lavoro, welfare generativo, orientamento, consulenza, azione. Perché l’assenza di lavoro rappresenta e rappresenterà una delle più forti piaghe sociali non solo in Itala ma anche in numerosi paesi europei.
Primaria è la nostra capacità di informare, di superare le barriere culturali che spesso ostacolano l’accesso ai diritti, e supportare il giovane disoccupato in tutti i momenti della sua esperienza di attesa e di potenziale rientro nel lavoro. Troppe ormai sono le righe, e tanto ancora avrei da raccontare. Mi appoggio a una frase riportata su alcuni materiali che ci sono stati forniti per concludere questa mia breve memoria: “Senza lavoro non c’è gioia di vivere” Anton Cecov. (Sara Gibellini)