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1 ottobre 2014 Numero 11 Anno I

 

FRONTALIERI A CONGRESSO

Uil Frontalieri

Stralci della Relazione introduttiva di Raimondo Pancrazio, Segretario Generale Uil Frontalieri, in occasione del II Congresso Nazionale Frontalieri.
“Un sindacato dei frontalieri in grado di occuparsi di tutte le lavoratrici e i lavoratori frontalieri che interessano in entrata e in uscita il territorio nazionale. Non solo quindi dei frontalieri italiani attivi nei paesi di confine ma anche dei frontalieri attivi in Italia che abitano e risiedono in paesi a noi confinanti. A differenza di altri paesi europei che sono interessati, prevalentemente, da flussi solo in entrata (Svizzera) o solo in uscita (Slovenia e Croazia), l’Italia è coinvolta da fenomeni di frontalierato sia in uscita che in entrata.

Un fenomeno che oggi in Europa coinvolge oltre 1.200.000 lavoratrici e lavoratori ed in Italia poco meno di 100.000 persone. Un fenomeno in crescita, che sta conoscendo ritmi di sviluppo di tutto rispetto. […]
Il lavoro frontaliero continua tuttora a presentarsi come una realtà piuttosto lontana dalle Istituzioni, che non hanno finora ritenuto di introdurre una specifica disciplina legislativa che sia in grado di riconoscerne pienamente il valore ed il ruolo che svolge nel contesto economico-sociale delle aree territoriali ove è presente.
Al contrario, i pochi e contraddittori provvedimenti governativi adottati negli ultimi anni in materia fiscale, di sicurezza sociale e di politica del lavoro che hanno coinvolto i lavoratori frontalieri, sono il segno più evidente della insufficiente conoscenza della realtà del fenomeno e della conseguente sottovalutazione dei problemi aperti. […]
Uno Statuto – dei lavoratori frontalieri - che diventi il punto di riferimento per portare avanti negoziati internazionali in grado di produrre accordi che prevedano specificatamente una disciplina del lavoro frontaliero. Un tavolo di confronto con il Governo, è questo un punto molto importante, che veda il diretto coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e delle regioni territorialmente coinvolti, che sono poi i veri soggetti che hanno una conoscenza diretta della realtà del lavoro frontaliero. […]
“Precise richieste della nostra organizzazione al Governo italiano e, secondo le rispettive competenze, anche alle Regioni e agli enti territoriali, per il superamento degli ostacoli alla mobilità dei lavoratoti frontalieri che interessano in entrata ed in uscita il territorio nazionale.[…]
Per tutelare al meglio i lavoratori frontalieri, un altro importante fronte d’impegno più specificamente sindacale deve essere per noi quello dei CSIR – i Consigli Sindacali Interregionali -, costituiti dalle strutture regionali dei sindacati al di qua e al di là dei confini”.